martedì 21 febbraio 2012

CDP, DARIO RIZZI: "HO LA FACCIA E LE MANI PULITE, CONTINUERO' AD AMMINISTRARE"

CDP, DARIO RIZZI: "HO LA FACCIA E LE MANI PULITE, CONTINUERO' AD AMMINISTRARE"



L'intervista eclusiva al Direttore Generale dell'Opera Don Uva. Tra dettagli sul Piano Aziendale, risposte alla politica, proteste alla banca, tagli ai fornitori e la solidarietà ai lavoratori dell'ente


Il dott. Dario Rizzi è il Direttore Generale dell'Opera Don Uva, più volte bersaglio negli ultimi mesi degli attacchi di politici e lavoratori circa la crisi dell'ente. Lo abbiamo incontrato nel suo ufficio, all'interno dell'edificio che accoglie l'amministrazione della Casa della Divina Provvidenza, proprio il primo giorno di presidio permanente organizzato dai sindacati di fronte all'entrata principale dell'azienda. Un'intervista sì lunga, ma decisamente importante, con il Direttore dalla voce profonda che deve spiegare un momento delicato della sua carriera e dell'azienda che sta dirigendo.


Gentile Dott. Dario Rizzi, mentre noi qui ci accingiamo a parlare, al di fuori dei cancelli i lavoratori protestano. Da dove nasce questa agitazione?

Se non c'è un aumento della produttività della Casa della Divina Provvidenza, diventa difficile poi dare le risposte ai lavoratori. Io, se ho un po' di colpa, questa volta è legata al fatto che mi sono fidato molto dei Monti dei Paschi. Pensavo che sarebbe stato facile recuperare 400mila euro dal Monte dei Paschi per pagare gli stipendi il 12-13 (di febbraio, ndr). Ho pensato fosse giusto pagare almeno il 90%. L'altra volta si sono adirati per 46%, e forse avevano ragione. Oggi si sono adirati perché non hanno certezza del domani. Però se non ha certezza del domani la Casa della Divina Provvidenza, come fanno loro ad avere certezze?".


Tutti si chiedono oggi se la Casa della Divina Provvidenza, per tutti i problemi mostrati negli ultimi mesi, abbia un futuro continuativo o alternativo. Lei quale direzione intende più concreta?

Sul futuro della Casa io sono positivista. Quanto ad una svolta, questa è stata data già dal 2000. I due obiettivi di Don Pasquale sono stati l'assistenza ai disabili e agli psichiatrici. Quindi tolta la psichiatria, questa è stata sostituita dalla riabilitazione, dalla cardiologia, dalla neurologia, dalle malattie dell'apparato respiratorio e dalle rispettive riabilitazioni, dagli hospice, dall'rsa, dall'alzheimer. Questa è stata la svolta! Ora questa svolta ha bisogno dell'ulteriore tassello: l'istituto ortofrenico. Delibera 380 del 1999, cito tra virgolette come fate voi giornalisti, "Gli istituti ortofrenici di Foggia e Bisceglie saranno oggetto di un progetto obiettivo sui portatori di handicap da parte della Regione". 1999-2012, stiamo ancora attendendo quel progetto e questo è il succo del deficit dell'ente. E allora i pazienti erano 1500, oggi sono 700. Ricordo infine che i 170 posti Rsa sono pronti da tre anni e a spese della Casa. Su questi aspettiamo ancora il via libera della Regione.


Il famoso piano aziendale di cui tanto si parla da mesi è pronto?

Il piano aziendale è stato delegato allo studio Costantini di Roma, insieme al dottor Toscani Augusto. Io penso che sia a momenti consegnato, al massimo entro una decina di giorni.


Ma quali sono gli obiettivi di questo piano?

Tra i vari obiettivi c'è quello della formazione ulteriore del personale. Il piano riguarderà anche in modo molto cospicuo anche i contratti con le ditte che lavorano presso l'ente, la possibilità di accompagnare alla pensione i dipendenti prossimi ad essa, punterà infine al riconoscimento dei pazienti ortofrenici con un vero nosologico da parte della Regione, riguarderà infine l'adeguamento delle rette sia da parte della Regione Puglia che della Regione Basilicata. In questo modo anche la debitoria che purtroppo incombe sull'ente, negli anni può essere assolta.

Quanto alla mobilità, ci potrà essere anche questa, ma io penso a ciò che possa soddisfare più le esigenze dei lavoratori, che non hanno assolutamente colpa in questo problema. Io ho risposto pocanzi, quando mi parlava qualche dipendente dell'Ambrosia o di altre strutture. Dico: "Lei deve andare a chiedere al suo di datore di lavoro. Io devo tutelare prima gli stipendi dei miei dipendenti". Mentre purtroppo, grazie alla banca e alla cessione che purtroppo noi abbiamo nei confronti dell'Ambrosia, viene tutelata prima l'Ambrosia e questo è un problema. Qualora inoltre ci fosse il taglio dei nostri dipendenti ed il giorno dopo si aprono i 170 posti letto di rsa, non è che andiamo a fare nuove assunzioni, verranno ripresi i dipendenti che sono andati in mobilità qui a Bisceglie.

Questa è una questione di vasi comunicanti. Non si possono fare i conti senza la Regione. Così è stato fatto nel 2004, in quel piano di mobilità, dove mancava la parte importante delle entrate, relative appunto alla Regione, e dove in quel piano non vennero toccate le ditte che lavoravano per la Casa della Divina Provvidenza.


La Direzione Generale, e quindi lei che la rappresenta, ha subito durissimi attacchi negli ultimi mesi, anche e soprattutto dalla politica. Cosa ne pensa?

Sì, ho notato che c'è stato un interessamento della politica, cioé la politica biscegliese si è accorta che esiste la Casa della Divina Provvidenza. Ho seguito e letto con attenzione quello che ha scritto. Ho condiviso Silvestris, chiaramente, ma non ho condiviso Amoruso, che oltre ad avere qualche parente che qui lavora, per il resto non lo so se lui ha avuto interessamenti positivi per l'ente.


Ma lei, personalmente, dopo il "silenzio assordante" di novembre, come ha vissuto questi attacchi di fine dicembre?

Li ho vissuti pensando che l'ente è ad una svolta importante dal punto di vista della riorganizzazione dell'ente, e la continuità dell'opera dell'ente. E quindi quasi una smania di voler partecipare a quello che sarà il futuro positivo dell'Opera. Probabilmente erano stati troppo in silenzio per paura di mettersi in qualche situazione...


Lei comunque crede di avere la coscienza a posto per il suo lavoro qui?

Sicuramente sì. Ogni tanto provo a ricordare cosa ho fatto dal primo giorno e... poi perdo il conto. Fa parte forse anche un po' della mia storia. Anche a Foggia, spesso ero acclamato, ma a volte fatto bersaglio. Ma il fatto stesso di poter io entrare tra i dipendenti, sebbene agitati, è una questione di avere la faccia pulita e le mani pulite, e la coscienza a posto.


Lei ha intenzione di continuare in questo ruolo?

Sì. Ma sono arrivato a questo punto, che faccio, me ne vado adesso? Facciamo raccogliere poi le positività agli altri? Vorrei anche un piccolo spazio che riguarda anche la possibilità di dire "C'ero anch'io". Ma poi ci sono cose tipo il comportamento della banca che ancora non capisco. Ma se l'ente poi non sopravvive alla crisi, poi vediamo chi sale sopra al carro e si capisce come sono andate le cose.


Secondo lei lo spirito di Don Uva ogni tanto si perde in queste dinamiche?

Probabilmente c'è molto personale che ha bisogno di formazione, dico io. Anche nella dirigenza c'è bisogno di formazione. C'è bisogno che qualcuno si rilegga un attimo la vita di Don Uva. Si ricordi che questo è il novantesimo anno, e novanta è il numero della paura. Speriamo quindi sia l'anno della paura, che quando passa, con lui passa la paura.


Ai dipendenti vuole lanciare un messaggio?

Io li posso solo ringraziare poiché hanno pazienza e secondo me saranno premiati. Hanno ragione, e chi lavora è giusto che venga pagato. Più che altro lancerei il messaggio ad altri politici e alla banca. Non alla Regione che da quando abbiamo fatto l'incontro a Bari, a Novembre, con l'Assessore, il dott. Pomo, i sindacati, cone me ed il senatore Azzollini, si è impegnata seriamente a fare la sua parte.


Un'ultima domanda. Lei crede che possa tornare un periodo florido per la Casa, dove addirittura ci possano essere nuove assunzioni e nuova linfa per il nostro territorio?

Io penso che fra tre o massimo quattro anni, poiché di tre anni sarà il piano, io credo che l'ente avrà bisogno di nuove figure professionali. Questa sarà la continuazione dell'Opera. Non è diminuendo i pazienti, o i dipendenti, o i fornitori, che un'opera continua. L'opera che continua si vede quando diventa di nuovo fonte di benessere per la società, e ovviamente parlo di posti di lavoro.

mercoledì 18 gennaio 2012

PARI OPPORTUNITA' IN COMUNE: VIA LO ZIO SPINA, DENTRO LA NIPOTE, FIGLIA DI TONIA

Fonte: BISCEGLIE.TV


Il Sindaco Spina corre subito ai ripari per evitare i trambusti dell'annullamento della Giunta. Fuori Mimmo Spina, dentro la nipote Avv.ssa Maria Rita Gentile

Il Sindaco Francesco Spina, in ossequio alla sentenza della giustizia amministrativa, ha nominato assessore l’avvocato Gentile Maria Rita, quasi trentenne, in sostituzione del dott. Mimmo Spina. A Mimmo Spina il Primo Cittadino ha rivolto un sentito ringraziamento per il proficuo lavoro svolto in seno alla Giunta Comunale di Bisceglie.

La nuova "assessora" questo pomeriggio nominata è proprio la nipote di Mimmo Spina nonché figlia di Tonia, madre quindi e collega "assessora" provinciale della Bat.
Il Sindaco ha dichiarato, inoltre, che non intende impugnare la sentenza del Tar Puglia.


lunedì 28 novembre 2011

Barnard a Berlusconi: per il nostro bene, non si dimetta | LIBRE

Fonte : | LIBRE

Troppo tardi...

«Presidente Berlusconi, per il bene dell’Italia non si dimetta». Firmato: Paolo Barnard. Autore di un drammatico appello al premier ormai uscente: l’Italia in queste ore è vittima di un «colpo di Stato finanziario di proporzioni storiche», per usare una definizione dell’economista americano Michael Hudson. «Le famiglie italiane e il Suo governo non devono pagare per colpe non loro», scrive Barnard a Berlusconi: «Lei deve dire alla nazione ciò che sta veramente accadendo, e chi ci ha condotti a questo dramma». E’ un piano franco-tedesco, dice Barnard, pensato fin dal lontano 1943 con un unico obiettivo: colpire l’Europa del Sud a beneficio di quella del Nord.
Giornalista già a fianco di Santoro all’epoca di “Samarcanda” e poi della Gabanelli con “Report”, Paolo Barnard è divenuto una delle massime voci Paolo Barnardcritiche, in Italia, contro quella che considera una “resa” all’euro, propiziata dal centrosinistra, a esclusivo vantaggio dell’élite finanziaria mondiale. Tra gli ispiratori della protesta americana “Occupy Wall Street”, Barnard collabora da anni con il gruppo di macroeconomisti del Levy Institute Bard College di New York sulla crisidell’Eurozona, sotto la guida del professor Randall Wray dell’Università del Missouri Kansas City, che coordina altri 10 colleghi inglesi e australiani. Con una lettera-appello pubblicata l’11 novembre, Barnard esortaBerlusconi a «salvare la nazione» ricordando che l’Euro «fu disegnato precisamente per affossare gli Stati del sud Europa, fra cui l’Italia».
Dalle pagine del “Financial Times”, del “Wall Street Journal” e persino del “New York Times”, da mesi economisti del calibro di Martin Wolf, Joseph Stiglitz, Paul Krugman, Nouriel Roubini e Marshall Auerback stanno suggerendo all’Italia la via d’uscita, come hanno fatto il professor Alain Parguez dell’Università di Besançon e altri economisti come Mosler, Tcherneva, Hudson e lo stesso Wray. Nel dettaglio, aggiunge Barnard, i migliori macroeconomisti del mondo hanno scritto che l’Italia è stata «condannata a un’aggressione senza precedenti, da parte dei mercati, dall’operato dei governi di centrosinistra» che hanno preceduto Berlusconi, Joseph Stiglitz«poiché essi hanno portato il nostro Paese nel catastrofico costrutto dell’Eurozona».
L’Euro, continua Barnard, fu pensato nel 1943 dal francese François Perroux con il dichiarato intento di «togliere agli Stati la loro ragion d’essere». La moneta unica è infatti un progetto franco-germanico da quasi mezzo secolo, sviluppato da uomini-chiave come Attali, Delors, Issing e Weigel, «col fine di congelare le svalutazioni competitive d’Italia e Spagna, e col fine di deprimere i redditi del sudEuropa per delocalizzare in esso manodopera industriale per l’esclusivo vantaggio del Neomercantilismo franco-tedesco». Specificamente, «la moneta unica esclude un prestatore di ultima istanza sul modello Federal Reserve Usa, proprio per portare la sfiducia dei mercati sui debiti dell’Eurozona», che non sono più sovrani, dato che l’Euro «è moneta che ogni Stato può solo usare, non emettere, e che ogni Stato deve prendere in prestito dai mercati di capitali privati che lo acquisiscono all’emissione».
L’Euro è «moneta di nessuno, non sovrana per alcuno», e rappresenta la distruzione del fondamento più importante della macroeconomia di Stato, che è l’“Ability to pay”, cioè la capacità di uno Stato di onorare sempre il proprio debito emettendo la propria moneta sovrana. L’attuale aggressività dei mercati contro il nostro Paese (ed altri) è dovuta in larghissima parte proprio alla loro consapevolezza della nostra perdita di “Ability to pay”, la cui presenza è infatti l’unica rassicurazione che può calmare i mercati. Motivo per il quale il Giappone dello Yen sovrano, che registra il 200% di debito/Pil, non è da essi aggredito e ha inflazione vicina allo 0%. Motivo per François Perrouxcui l’Italia della Lira sovrana mai si trovò in condizioni simili al dramma attuale, nonostante parametri ben peggiori di quelli oggi presenti.
Le misure “lacrime e sangue” vengono imposte «proprio perché il nostro debito pubblico non è più sovrano, a causa dell’adozione di una moneta non sovrana». Infatti, ogni spazio di manovra del governo (più crescita, meno debito) è stato annullato dall’adozione della moneta unica, che l’Italia non può emettere come invece fanno Usa o Giappone. «Si tratta di una perdita di sovranità governativa senza precedenti». L’Euro e i Trattati europei che l’hanno introdotto, «sbandierati a salvezza nazionale dal centrosinistra», oggi stanno «umiliando l’Italia, nazione che ha uno dei risparmi privati migliori del mondo, 9.000 miliardi in ricchezza privata, una capacità industriale invidiata dai G20, banche assai più sane della media occidentale, e parametri di deficit che sono inferiori ad altri Stati dell’Eurozona».
Berlusconi? «Sarà il capro espiatorio», mentre gli italiani soffriranno «conseguenze devastanti per generazioni». Di qui l’appello al premier: «Lei deve e può denunciare pubblicamente la realtà di questa moneta disegnata per fallire. Lei può e deve smascherare le responsabilità del centrosinistra italiano e dei governi “tecnici” in queste scelte sovranazionali catastrofiche». Barnard comunica aBerlusconi che il team di macroeconomisti accademici del Levy Institute Bard College di New York e dell’Università del Missouri Kansas City, quelli che hanno strutturato il piano Jefes che ha resuscitato l’Argentina, scuotendola dal default fino a farla diventare una delle economie più in crescita del mondo, sono a disposizione Berlusconiper definire una strategia capace di salvare l’Italia da «un destino tragico e che non meritiamo».
Mai stato un elettore di Berlusconi, chiarisce Barnard, che avrebbe «cose dure da dire» sul segno che la “discesa in campo” del Cavaliere ha lasciato in Italia. «Ma non sono un cieco fanatico vittima della cultura dell’odio irrazionale che ha posseduto gli elettori dell’opposizione in questo Paese», aggiunge Barnard, che definisce «falsari ideologici disprezzabili» editorialisti come Eugenio Scalfari e Paolo Flores d’Arcais e «scherani mediatici» giornalisti come Santoro e Travaglio. «Mi ripugna che Lei sia bollato come il responsabile di colpe che Lei non ha – dice Bernard a Berlusconi – e che sono tutte a carico del centrosinistra italiano. Incolpare un innocente, per quanto criticabile egli sia, è sempre inaccettabile».
Ma soprattutto, «se l’Italia verrà consegnata dal golpe finanziario in atto contro di noi, e da elettori sconsiderati e ignoranti, nelle mani del Partito Democratico, per noi sarà la fine», continua Barnard. «Sarà l’entrata trionfale a Roma dei carnefici del Neoliberismo più impietoso, sarà la calata della Shock Therapy su un popolo ignaro, cioè il saccheggio del bene comune più scientificamente organizzato di ogni tempo, quello che nell’Est europeo ha già mietuto più di 40 milioni di vite in due decadi, senza contare le sofferenze sociali inenarrabili che porta con sé. I volti di Mario Monti, di Massimo D’Alema, di Mario Draghi, di Romano Prodi, dell’infimo Bersani – Randall Wrayaggiunge Barnard – sono le maschere funebri di questa nazione», oggi rilanciati dal «cerimoniere» Napolitano.
«Mi rendo conto che i miei connazionali non hanno la più pallida idea di ciò che il centrosinistra italiano ha già inflitto al nostro Paese, di ciò che gli infliggerebbe se salisse al governo, ma soprattutto di chi li guida dietro le quinte», conclude Barnard. «Le eminenze grigie sono le élite Neoclassiche, Neomercantili e Neoliberiste, gente senza nessuna pietà». Accorato l’appello a Berlusconi: «Resista Presidente, affinché Lei possa usare il tempo che Le rimane per smascherare il “colpo di Stato finanziario” che sta travolgendo, fra gli altri, la nostra Italia. I mercati finanziari della “classe predatrice”, così ben descritta nella sua abiezione dall’americano James Galbraith, la odiano a morte, ci odiano a morte. Sia, Presidente, colui che piazza la mina nei cingoli della loro macchina infernale, rivelandone l’inganno chiamato Euro e Trattato di Lisbona. Gli italiani non lo faranno. Non ne sono capaci».

Francesco Di Reda
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domenica 27 novembre 2011

AMORUSO SBARCA A PARIGI CON L'ASSEMBLEA PARLAMENTARE DEL MEDITERRANEO

Fonte: Bisceglie TV

Il vicepresidente, on. Amoruso, guida la delegazione. Appuntamento anche a Torino per il forum sulla sostenibilità

Amoruso, Bisceglie, Parigi, Torino, sostenibilità, bisceglietv, APM, Assemblea, Parlamentare, MediterraneoUna delegazione dell'Assemblea Parlamentare del Mediterraneo (APM), guidata dal suo vicepresidente, sen. Francesco Amoruso, sarà impegnata in due missioni, la prima a Torino durante il forum internazionale sullo sviluppo sostenibile nel Mediterraneo organizzato in collaborazione con l’Unesco e poi a Parigi durante i lavori della Comitato sull’ambiente e l’agricoltura.

“Si tratta – afferma Amoruso – di appuntamenti importanti indicando da un lato l’importanza della cooperazione tra i Parlamenti sia europei che arabi nella tutela dell’ambiente e della sicurezza alimentare nel Mediterraneo, dall’altro il ruolo ormai sempre più rilevante a livello di credibilità e autorevolezza internazionali riconosciuto dalle maggiori organizzazioni internazionali del mondo all’APM, la quale può offrire un contributo significativo alla luce degli approfonditi lavori condotti nell’ultimo anno proprio sui temi al centro dei vertici di Torino e Parigi”.
Tre gli appuntamenti previsti: il 26 novembre alle 9.30 presso la Venaria Reale, nei pressi di Torino, l'intervento di apertura al forum sullo sviluppo sostenibile; domenica 27 la delegazione parteciperà ai lavori della Sottocommissione Energia dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ad Alfortville, nei pressi di Parigi; infine lunedì 28 novembre interverrà presso la Commissione Ambiente, Agricoltura e Affari locali e regionali del Consiglio d’Europa sul tema, nella sede parigina del Consiglio d’Europa.

Francesco Di Reda
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domenica 13 novembre 2011

La «buona fede» del Professor Monti

Fonte: Tze-tze - Le notizie scelte dalla rete

Pare essersi conclusa l'avventura di Mister B. Questa anomalia tutta italiana, che ha tenuto in scacco il Paese e reso monolitico il dibattito politico per più di un quindicennio, sembra volgere al termine. L'interrogativo che sembra dominare le migliori menti della sinistra italica in questi giorni, ovvero se con Berlusconi sia effettivamente declinato anche il "berlusconismo", non ci appassiona affatto. Non tanto perché non vi siano ancora tracce nella società italiana di questo sottoprodotto culturale che ha fatto della sottomissione al potere e ai suoi codici più arcaici il suo carattere distintivo, quanto perché questo sembra aver fatto posto ad un dispositivo, culturale e politico, assai più insidioso.
Crediamo anzi che il passo indietro compiuto da Berlusconi sia da salutare con entusiasmo soprattutto per un motivo: perché toglie il velo, finalmente, su quali siano, in questo momento storico, le reali condizioni della politica.

Si potrebbe dire con una battuta, che il vero tema che dovrebbe interrogare i movimenti non sia semplicemente il Governo Tecnico, ma la nuova "tecnica del governo". Da lì si parte. Dal commissariamento, hard o soft che sia, della cosiddetta democrazia da parte delle grandi istituzioni finanziarie. La "tragedia greca" dimostra con estrema chiarezza che nonostante sia oramai impossibile il raggiungimento dell'obiettivo dichiarato e imposto da Bce, Commissione europea e Fmi, cioè scongiurare il default, il processo politico attivato permane, e continua a funzionare indisturbato.
La compressione dei diritti sociali, lo schiacciamento dei salari, la privatizzazione del pubblico, la sottomissione della residua sovranità statuale, sono in realtà le componenti più visibili di una nuova accumulazione originaria che sta edificando un nuovo ordine sociale e politico.

In questo particolare contesto, chiedersi se vi sia o meno "buona fede" nell'azione di un emissario della Goldman Sachs come il Professor Mario Monti, sfiora l'ingenuità quando non rischia di tradire la "cattiva fede" di chi pronuncia una simile frase. Tuttavia, non è affatto vero che tutto sia uguale a tutto: possono darsi, in questo processo che imbriglia le funzioni di governo - che stabilisce cioè ex ante contenuto e finalità delle misure in campo economico - mille variazioni sul tema. Ma, appunto, il "tema" rimane lo stesso e non è disponibile ad esser sottoposto ad alcuna "scelta" elettorale. Quella “scelta” ricorda da vicino la “libertà” degli operai della Fiat di rifiutare, con il referendum nelle fabbriche, il diktat di Marchionne.
Il dibattito che sta animando le forze politiche in questi giorni non riesce a superare questo stato di cose. Viste da questa prospettiva, le «ferree condizioni» poste da Vendola sul tavolo delle trattative sul post-Berlusconi, non sembrano altro che delle esili “foglie di fico”.
La più evidente è quella riferita alla proposta di patrimoniale: qui, è bene ricordarlo, non si tratta di una misura di natura redistributiva, ma di una diversa fonte per riversare denaro nelle banche private. Allora occorrerebbe rimettere la discussione sui suoi piedi, affermando con coraggio che il punto, in tema di macelleria sociale, non riguarda solo la tipologia di carne da spezzettare e neanche la “rispettabilità” e il curriculum del macellaio. Senza dire esplicitamente che gli italiani non devono ripagare il debito delle banche private (ciò che economisti come Krugman definiscono default selettivo o ristrutturazione del debito), non si esce dai confini stabiliti della lettera della Bce, e senza questo, non v’è alcun programma "alternativo". Delle due l’una.

Perché il problema non è il Governo Tecnico, né quello politico: il problema è la sua “missione”.
Esistono forze in grado di sovvertire il quadro, di produrre un mutamento radicale, di sovvertire la mission dei governi europei? I movimenti stanno faticosamente costruendo una nuova composizione dei segmenti sociali stritolati dalla crisi, ma questa non sembra ancora capace di qualificare efficacemente un rapporto di forza sociale e politico. In questo scenario il salto delle opposizioni nell’arena del governo assomiglia troppo ad un salto nel vuoto. Che è innanzitutto un vuoto di democrazia. Costruire l'alternativa alla dittatura della finanza, immaginare la democrazia dei beni comuni, farlo insieme al 99%: questa è la scommessa che abbiamo davanti.

Francesco Di Reda
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martedì 4 ottobre 2011

RAFFAELE SOLLECITO A BISCEGLIE, BISCEGLIE TV INTERVISTA IL PADRE

Raffaele Sollecito è stato scagionato completamente da ogni accusa.
A poche ore dal fatto, Raffaele e la sua famiglia si trovano proprio a Bisceglie, in una villa di loro proprietà.

Il padre si è concesso alle telecamere per una fugace intervista.

Naturalmente, la nostra Bisceglie TV NON POTEVA MANCARE-

Guarda il video:

VIDEO/// RAFFAELE SOLLECITO A BISCEGLIE, ECCO LE DICHIARAZIONI DEL PADRE

Francesco Di Reda
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lunedì 26 settembre 2011

Pubblicata la graduatoria di Ritorno al Futuro: 1.769 le borse di studio concesse

Pubblicata la graduatoria di Ritorno al Futuro: 1.769 le borse di studio concesse

Fonte: Sistemapuglia.it


È pronta la graduatoria di Ritorno al Futuro, il bando inserito nel Piano per il Lavoro che permette ai giovani laureati di accedere ad una formazione di alto profilo in Puglia, in Italia e all'estero, con la previsione di tornare a casa per mettere a disposizione del proprio territorio il sapere acquisito. 
Saranno finanziate 1.769 borse di studio che assorbono la quasi totalità dell'incentivo, cioè 24milioni 995mila. Di queste, 866 richieste (il 48,9% del totale) riguardano master in Italia, 644 domande (il 36,4% del totale) si riferiscono a corsi da seguire in Puglia e 299 candidature (quindi il 16,9% del totale) a master da frequentare all'estero.  Per questo bando sono stati messi a disposizione 25milioni di euro. Si tratta della cifra più alta destinata all'incentivo tra tutte e quattro le edizioni svolte fino ad oggi nella nuova programmazione (2007-2013). Le precedenti erano arrivate al massimo a poco più di 23milioni di euro.  Scorrendo la graduatoria, il candidato più premiato dall'aiuto risulta essere donna, laureata in materie umanistiche, economico-giuridiche e scientifico-tecnologiche e con un reddito medio ISEE di poco superiore ai 17mila euro. Con i 1769 borsisti agevolati oggi salgono a 6.413 i laureati che si sono aggiudicati la borsa di studio in tutte e quattro le edizioni di Ritorno al Futuro e ad oltre 81milioni 101mila euro l'importo totale dei corsi finanziati.

Francesco Di Reda
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DI SEGUITO TUTTI I LINK UTILI:


Leggi il Comunicato Stampa - [Scarica .pdf - 261 Kb]
Riferimenti (ALT+"D")
    Determinazioni Dirigenziali
  • Determinazione del Dirigente Servizio Formazione Professionale n. 1751 del 26 settembre 2011 [Scarica .pdf - 91 Kb]
  • Documenti
  • Allegato A - Graduatoria definitiva leggi »
  • Allegato B - Elenco Candidati non Ammessi leggi »
  • Allegato C - Candidatura On-line non corretta leggi »
  • Allegato D - Invio PEC non corretto leggi »
  • Eventi
  • Oggi la graduatoria di Ritorno al Futuro. Conferenza stampa con Sasso e Fratoianni leggi »